Note: A cura dell’Editore
Non volere bene a Chiara Domeniconi renderebbe tutto più facile.
Condividere palpiti e brandelli di vita con gente tiepida rende l’esistenza placida e spesso confortevole. Menzognera forse, piatta, insipida, ma semplice da percorrere.
Non volere bene a Chiara Domeniconi, per un’anima inquieta, come me e molti altri, è complesso, difficile, nocivo.Ho spesso pensato che l’intelligenza di Chiara fosse troppa e nuda in un mondo così stretto e ispido. Ho sempre pensato che il suo posto fosse tra le righe e le fibre delle pagine e qui, in Mani in extasy. In mendacio veritatis. In errore legis, lei è in ogni getto d’inchiostro.La nostra fortuna e la sua inconsapevolezza. Chiude le porte al mondo e lascia defluire dalle dita la potenza dei suoi pensieri, il caos, la rabbia, la fredda e spietata coscienza che ogni cellula è viva, reagisce e si moltiplica. Costantemente, all’infinito.
Chiara, un raggio di luce, calda o glaciale. In e out, up e down, dentro o fuori. Ma viva, senza condizione, o morta, senza rimpianto.Le mani che creano altra vita e forza. Piacere o dolore. Tutto o nulla.
Questa silloge poetica è legata all’autrice, a me, a SBS e a te che stai leggendo, incondizionatamente, per il semplice fatto che esisti allora ti ama.Ogni poesia è un messaggio di luce, speranza e resilienza.Anni addietro scrissi qualcosa a proposito delle concubine della vita e della morte: ecco, vi presento Chiara Domeniconi.
Sheyla Bobba |